Viaggio spesso, volentieri da solo, frequento ostelli e spazi condivisi. Esperienze indubbiamente molto belle ma che spesso riservano sorprese, a volte piccoli incidenti o veri e propri episodi da incubo.
Luogo: Oporto (Portogallo) – Anno: 2020
Dopo una quarantena passata in solitudine, con la riapertura dei confini, in estate, decido di trascorrere qualche settimana in Portogallo iniziando da Oporto, nel nord del paese.
Alloggio in un ostello nella parte alta del centro storico. Dormitorio da 6 letti. Condivido la stanza con altre 3 persone, tra cui un ragazzo brasiliano enorme: alto almeno 2 metri e con una massa comparabile a quella di un pianeta nano.
Al mio arrivo, l’amico d’oltreoceano era spiaggiato sul letto a castello vicino alla finestra, occupando il posto inferiore. Dopo un’attenta valutazione, constatato che la vicinanza all’unica sorgente d’aria fresca era una condizione necessaria alla sopravvivenza, decido di occupare il letto superiore del suo castello, le cui fondamenta erano già messe a dura prova dalla grande stazza del primo inquilino.
Arriva la sera e con lei la stanchezza del viaggio, è ora di andare a dormire. Il brasiliano mi avvisa che, durante la notte, è solito avere episodi di sonnambulismo, quindi si scusava in anticipo per qualsiasi disturbo avrebbe arrecato nelle ore seguenti.
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