Il mio amico Giulio ed io decidiamo di passare il capodanno 2016 a Tokyo. Per me un ritorno, per lui la prima volta.
Si parte da Roma Fiumicino a mezzogiorno del 29/12, scalo di due ore ad Amsterdam Schiphol e poi diretti verso Tokyo Narita. Arrivo ore 10 del 30/12.
Cosa può andare storto? Tutto.
Arriviamo a Fiumicino in perfetto orario. In fila al gate ci comunicano mezz’ora di ritardo del nostro volo.
“Vabbè dai Giulio, se è solo mezz’ora ci facciamo una corsa ma dovremmo farcela”.
Chiaramente no!
Il volo parte esattamente con due ore di ritardo, causa maltempo ad Amsterdam.
In cerca di chiarimenti e sostegno, la hostess di volo ci rassicura: “Tutti i voli da e per Amsterdam sono in ritardo. Quindi anche il vostro per Tokyo. Tranquilli!”.
Sappiamo tutti che fine ha fatto Tranquillo, no?
Infatti, appena arrivati vediamo sul tabellone delle partenze che il nostro aereo è appena decollato in perfetto orario.
Bene, e ora? Ora ci mettiamo in fila al desk della compagnia aerea per farci dare un’altra prenotazione. Facile, no?
Fila di migliaia di persone. Qualcuno dice siano in 10 mila nella nostra stessa situazione.
Sei ore di fila fino alle 8 di sera e scopriamo quindi che la nostra fila non era quella per il desk ma quella per prendere il numero per mettersi in fila per il desk.
“Ok, prendiamo questo numerino”. Noi abbiamo il 352. Il numero servito è il 480. Abbiamo circa 900 persone prima di noi.
La compagnia aerea intanto ci comunica che non ci sono più alloggi disponibili per passare la notte ad Amsterdam. Quindi dovremmo trovarcelo da soli.
Accatastati in un angolo ci sono bottiglie d’acqua e barrette Mars.
Passano altre due ore. Hostess di terra sommerse da altri viaggiatori e le loro valigie.
Tutte tranne una. Una di loro non ha nessuno in fila e sta armeggiando con il computer.
“Giulio, che facciamo? Ci proviamo? Facciamo ‘all’italiana’?”
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