Campeggio scout in Abruzzo, due volte.
Ogni giorno piangevo perché mi mancava la mamma e per questo gli altri mi prendevano in giro.
Non sono riuscita a fare niente di utile né a partecipare ai laboratori perché preferivo starmene per i fatti miei. Per la paura degli insetti mi consideravano fifona e poi… avete presente quando il bullo viene ripreso, chiede scusa davanti al prof/capobranco/superiore e il giorno dopo peggiora le cose per vendicarsi?
Beh. la seconda volta da noi è passato un pascolo di mucche. Il simpaticone ha preso di notte un po’ di me**a e me l’ha messa nel sacco a pelo mentre dormivo dicendo in giro che me la fossi fatta addosso. E io ero talmente stanca che me ne sono accorta la mattina.
Altra cosa? Durante il falò c’erano queste ragazze che facevano il resoconto della giornata, ma era un modo per prendere in giro tutti anche per le cose più stupide, ma vere e proprie cattiverie.
Avete presente Chris Rock? Ecco, una cosa del genere ma senza la sua professionalità. Un po’ Will Smith l’ho capito.
Inoltre ci facevano dormire in tenda, no? Privacy zero, cose rubate ecc.
In realtà secondo il regolamento degli scout i ragazzini dagli 8 ai 12 anni dovrebbero stare in ostello, non nel tendone. Ca**o!
Praticamente per due anni c’era l’anarchia, e meno male che gli scout ti insegnavano a socializzare e ad avere rispetto per le regole.
PS: se qualcuno apparteneva a Roma 66 nel 97/98 fate un fischio e raccontate l’esperienza. Sfoghiamoci un po’.
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