Ci fa scendere inca**ato e ha ragione, bella figura.
Mangiamo un boccone, poi stanche per essere state in giro tutto il giorno, viaggio compreso, rientriamo in hotel e qui la prima tragedia.
Allo scoccare della mezzanotte la pazza salta su a dire che dobbiamo prepararci per la festa di Franco. Con gli occhi socchiusi e mezza addormentata le faccio: “La festa di chi?”. Il tizio, la guida turistica.
Non manifestiamo la voglia di uscire quella sera e lì impazzisce: ride isterica, scuote la testa con fare incredulo e ci guarda come due aliene perché abbiamo “promesso” di andare e siamo due maleducate. (nei confronti di Franco ovviamente… il povero Franco che chissà quanto ci teneva).
Il mattino dopo a colazione, che viene servita fino alle h. 10, un’altra tragedia: la pazza non ce la fa a prepararsi in tempo.
Non possono pretendere, non è legale!. Comunque io e l’altra scendiamo e in un impeto di solidarietà decidiamo di portarle in camera una brioche e un caffè preso al distributore automatico.
La pazza invece di ringraziare ci accusa di essere delle ladre che rubano brioche negli hotel. “Che figura mi fate fare… Signore, dammi la forza”.
Prima di pranzo finalmente una bella notizia: un tizio che si vede da un paio di settimane con la mia amica decide all’ultimo di non poter vivere senza di lei, salta su un treno e ci raggiunge. Io sono un po’ inquieta perché temo di restare da sola con la pazza, ma la mia amica mi rassicura: “Tranquilla, non sparisco con lui”.
Lui arriva, spariscono per un giorno e mezzo.
E io resto con la pazza.