Fuga da Nizza
Si può parlare solo di alberghi, location e mezzi di trasporto inquietanti o anche di “compagni di viaggio” inquietanti? Perché colei che ha reso il mio viaggio un incubo è l’amica di un’amica.
Nel 2004 progetto un viaggio di pochi giorni a Nizza insieme ad un’amica storica (amica nella vita e compagna ideale di parecchi viaggi insieme) che mi convince non so come ad estendere l’invito a quest’altra ragazza che conosco poco, e quel poco già non mi piace per via di certi comportamenti strani ed eccentrici.
Comunque, mi lascio convincere e partiamo tutte e tre, già l’inizio non è dei migliori perché l’albergo scelto, che prometteva meraviglie, non è all’altezza delle aspettative per il prezzo pagato in più sembriamo essere le sole clienti al di sotto dei 60 anni.
L’unico ragazzo giovane lo conosciamo nella hall appena entrate: è un ragazzo italiano che fa da guida turistica a un gruppo di pensionati. Scambiamo qualche parola del tipo: “Dai, sei italiano/noi pure, siamo appena arrivate/benvenute! Io lavoro fino a mezzanotte poi vado a una festa in un locale del centro venite se volete/ah, boh… ok vedremo grazie”.
Visitiamo la città per tutto il pomeriggio e lei (che d’ora in avanti chiamerò “la pazza”) sbotta malissimo in un negozio per un resto errato. Spoiler: il resto era giusto.
Prendiamo un taxi che non è proprio nuovissimo e la pazza parlando italiano deride sia il tassista che l’autovettura (eh certo, tanto figurati se capisce, vero?). Spoiler: capiva.
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