Sono messicana e dopo diversi anni decido di tornare a visitare i miei parenti e fare un bel giro. I miei suoceri (i miei genitori adottivi praticamente, 30 anni di vacanze sull’adriatico nello stesso hotel, nella stessa stanza) mi avevano detto: “A noi piacerebbe venire con voi”. E che fai, non li inviti?
Bene, non voglio rischiare: chiedo alla sorella di un amico che ha un’agenzia di viaggi.
Le spiego perfettamente che giro vorrei fare ed il tipo di esperienza: hotel tipici e coloratissimi in zone super vivaci in modo da poter girare di giorno ma cenare sotto all’hotel e magari farsi 2 tequila senza preoccupazioni. Ultima tappa, voglio due camere vista mare. “Una struttura sul mare, mi raccomando!”. Voglio relax e margarita a go-go!
Dopo alcune settimane (e la cosa mi ha insospettito, ma non abbastanza), nessuna risposta. Insisto, arriva il preventivo.
Mi fido? Ma certo, è la sorella di un amico.
Città del Messico, noleggio auto, Queretaro, Puebla, Oaxaca, Puerto Escondido.
Sotto data non abbiamo ancora i biglietti aerei, dopo varie insistenze arrivano. Ma dai, è la sorella di un amico.
Partenza da Malpensa (prendete nota): “Tranquilli, all’arrivo a Città del Messico troverete un autista che vi aspetta per accompagnarvi in hotel”. Arriviamo di notte. Nessun autista. Chiedo ai tassisti e questa fantomatica agenzia di autisti non la conosce nessuno. Per la verità non conoscono nemmeno l’hotel. Riesco a comprare una SIM, chiamo il nostro referente in Messico, “il vostro angelo custode per tutto il viaggio”, ma non risponde nessuno.
Prendiamo un taxi e andiamo in hotel. Un posto sciatto, decentrato, in una zona con marciapiedi marci e dall’aria sospetta.
Ma dai, è la sorella di un amico.
Ritiriamo l’auto e ci chiedono 400€ perché non la restituiremo a Città del Messico ma altrove. Ma dai, è la sorella di un amico.
Tutti gli hotel erano dello stesso tipo: mediocri. In zone decentrate. Pseudo moderni. Pseudo puliti. Pseudo tutto. Ma è la sorella di un amico, che fai, la chiami e la insulti? Rovini la vacanza a tutti? No, solo a mio marito. Di notte. Borbottando. Un Santo vero.
Lasciamo Oaxaca in direzione Puerto Escondido. 250km di curve e strada franata, di giungla di mille verdi e macchine che ci seguivano per lunghi tratti. Nessun benzinaio. Nessun punto di ristoro. Nessun GPS disponibile. Nessuna copertura cellulare. Coi suoceri una terrorizzata e l’altro uno sbuffo unico lungo 6h di viaggio. Si, 6h per 250km.
Arriviamo a Puerto Escondido. Diluvio universale. Acqua come ne ho vista poca in vita mia. Quel periodo, è risaputo, diluvia. È risaputo ma non per noi. Per questo io chiedo alla sorella di un amico di organizzare, lei lo fa di lavoro.
Sul mare era sul mare. Per la precisione su una scogliera. 152 ripidissimi gradini per arrivare ad una spiaggia a pagamento. 152 rinfacci a salire e 152 a scendere. L’ultimo giorno smette di piovere per un’ora e ci rendiamo conto che a 2km da lì erano Caraibi: ristorantini sulla spiaggia, bar, tequila a manovella.
In ultimo ci accorgiamo che i biglietti di ritorno erano su Linate. 15gg di parcheggio a Malpensa buttati. Non mi tengo piu, la chiamo e la ribalto. Risultato: ci manda un tizio che ci porterà da Linate a Malpensa. Naturalmente questo scappato di casa ci chiede 100€. “Tranquilla, poi ve li rimborso”.
Non l’ho denunciata perché è la sorella di un amico. Ma altri l’hanno fatto, faceva lo schema Ponzi e infatti non ha fatto una bella fine. E comunque il nostro amico non le parla più.
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