Nell’ordine mi inietta quelli che definisce uno «shot» di antibiotico e uno «shot» di antitetanica, poi mi dà delle pillole arancioni che tira fuori a manate da un vasetto di vetro e dice che sono «pain killer». Ricordo uno scaffale pieno di vasi con dentro pastiglie di colori diversi, senza etichette o altre indicazioni.

A quel punto il periodo del volontariato è finito e parto con altre due ragazze per un giro del Rajasthan. Lì le mie condizioni degenerano: oltre al piede marcio mi viene una potente tonsillite e non riesco a mangiare nulla. Dopo giorni passati a trascinarmi in giro in questo stato, una notte mi trovo sveglia nel letto, madida di sudore che guardo il ventilatore girare sul soffitto e penso «stanotte crepo».
Vedo quindi un altro medico che mi fa prendere altri antibiotici, sto discretamente meglio fin quasi alla fine del viaggio quando mi accorgo di pisciare rosso/marrone e che quindi probabilmente ho anche un qualcosa alle vie urinarie.