Usciamo e lui mi indica la macchina. L’autista, un uomo del posto di cui non ricordo il nome, si appresta a prendermi la valigia. Io nego gentilmente e cerco di mettermela da solo nel bagagliaio. Lui me la strappa di mano, la carica nel baule, si mette al lato guida e aspetta. Io ancora non ero salito e vedo l’amico (lo chiamerò Paolo per comodità) che con una mossa da nonna a Natale, passa dei soldi ad un uomo grasso in divisa che prende e mette in tasca.
Ciao, ho dovuto pagare qua il tizio che se no ti facevano il controllo. Non vuoi mica, no?. Io tralasciando l’italiano ho detto subito “No, no! Grazie!”.
Paolo sale. Salgo pure io dietro.
Il viaggio vero inizia adesso. La macchina è una grande Land Rover. L’autista sembra sapere quello che fa. Mi avevano detto tutti quelli che erano stati in Africa di fare attenzione alle strade. Io i primi 5 minuti li ho passati bene… Arrivati ad un incrocio un camion esce dalla destra, una macchina da sinistra, una bici praticamente in mezzo alla strada e un non so che mezzo fermo senza una ruota sono schivati tutti da, credo si chiamasse Osman, il quale riceve una sonora sberla sulla nuca da Paolo con conseguente urlo in inglese: “Ma sei pazzo? Guida con giudizio!”.
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