Quando esco dall’area arrivi, scorgo mia madre e vedo che mi fissa come fossi un’aliena, sentenziando: “Ora andiamo subito al pronto soccorso!”. Non ero stata del tutto sincera sulle mie condizioni, perché non volevo si preoccupassero troppo.

Insomma, per farvela breve: ho passato le tre settimane successive dentro e fuori dall’ospedale, mangiando antibiotici e cortisone senza mai smettere di tossire e con i vicini che telefonavano ai miei per chiedere cosa avessi, visto che stavo tossendo l’anima da giorni.

Al 17esimo prelievo del sangue e dopo un esame molto specifico del medico giusto, finalmente la diagnosi: polmonite interstiziale atipica, non visibile dai raggi. A quel punto, trovano l’antibiotico corretto e inizio a riprendermi.

Ci ho messo mesi a riprendermi del tutto, e dopo quella dose massiccia di farmaci mi è completamente sparita l’allergia (pesantissima) che avevo alle graminacee. L’unica cosa positiva che mi è rimasta da quel viaggio allucinante.