Lui zero inglese, io spagnolo maccheronico, cerco di fargli capire che non devo fare solo la pipí; dopo un paio di bestemmie nel mio dialetto, fa accostare l’autista. Nel bel mezzo del nulla, su una superstrada, mi ritrovo accovacciato a dieci metri dal bus senza un albero o un riparo. È buio pesto, sul bus dormono tutti, le auto sfrecciano, gli autisti di certo non sono interessati allo spettacolo.
Risalgo, ringrazio e torno al mio posto.
Dopo 20 minuti, l’addome inizia a brontolare minacciosamente di nuovo, e penso: se chiedo di fermarsi di nuovo ho due possibilitá.
Mi mandano a cagare (magari!) e quindi dovró farmela addosso, si fermano ma mi mollano nel bel mezzo del nulla boliviano. Ho una sola scelta: la busta.
Scendo nel “disimpegno”: a sinistra dormono tutti, gli autisti non notano la mia presenza perchè stavolta non ho acceso la torcia… è il mio momento! In tempi da record olimpici (parliamo di pochi secondi) espleto i miei bisogni. Faccio un paio di nodi alla busta e giá penso a come disfarmene: il lancio dal finestrino mi pare l’unica soluzione, ma il mio pensiero corre a Pierino nel treno. Per fortuna il lancio è perfetto, cosí mi addormento per qualche ora. Al risveglio, il mio compagno di viaggio mi chiede: “Riposato stanotte?”. Rido, promettendogli si spiegargli il motivo dopo aver fatto colazione.
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