Cerco di ricordare se avessi fatto qualcosa di sbagliato, se il giorno precedente fossi stato maleducato, ma soprattutto se i miei genitori avessero una mia foto decente da usare per il mio funerale.

Tra una preghiera e una bestemmia, con la paura di essere fatto prigioniero dal re del castello, con la stessa velocità con cui tutto è cominciato, ritorna la quiete. Il brasiliano si immobilizza come se una strega gli avesse appena fatto un incantesimo. Con una lentezza smisurata, si appropria del mio lenzuolo come bottino di guerra e, sempre lentamente, ritorna nel suo letto.

E Dio disse “Luce”. E luce fu.

Il mattino dopo, confuso e scosso dagli accaduti, chiedo spiegazioni al titano contro cui ho combattuto nella notte. Scopro che è completamente ignaro di ciò che è successo e si dice dispiaciuto se mi ha molestato in qualsiasi modo. “Spesso succede che faccio il solletico ai miei fratelli quando sono sonnambulo”, mi dice. Rispondo affermando che il suo concetto di ‘solletico’ è molto vicino a quello mio di ‘strappare gli organi interni’.

La sera decido di chiedere in reception se potevo cambiare stanza inventandomi un problema. Mi spostano in un’altra camera. Ci sono 3 castelli con i letti inferiori occupati. C’è un posto libero vicino la finestra.

Gli altri giorni procedono senza intoppi, prossima tappa: Lisbona. Altra città, altro ostello. Altro ostello, altri incubi. Ma questo… ve lo racconto nella prossima storia.