Quando si dorme in ostello, o in generale in spazi condivisi, capita spesso che in camera ci siano persone che russano, che fanno rumore, che accendono la luce nel cuore della notte per preparare la valigia, che iniziano riti satanici con uccisioni di capre e preghiere blasfeme. Di conseguenza, quando il brasiliano mi ha gentilmente informato del suo disturbo, non ero affatto preoccupato. Almeno non ancora.
Si spengono le luci e in 5 minuti cado in un sonno profondo. Il letto è comodo, dalla finestra entra aria fresca e addirittura mi copro con il lenzuolino leggero che è appoggiato ai piedi del materasso. Il riposo procede tranquillo fino a quando la profezia si avvera: un terremoto fortissimo scuote il castello, mi sveglio di soprassalto, la struttura ondeggia pericolosamente. Il re si è svegliato. In realtà dormiva ancora, ma il suo corpo si muoveva animato da un’oscura forza. Si alza in piedi, gli occhi sono aperti, lo sguardo perso rivolto verso la porta. È immobile.
Lo osservo per qualche minuto, non si muove. È in piedi, fermo e non sembra dare segni di squilibrio. Bevo un sorso d’acqua e cerco di riaddormentarmi, girandomi dall’altro lato.
Chiudo gli occhi, di nuovo l’aria fresca, il lenzuolo sulle gambe che mi accarezza, i muscoli che si rilassano. Sono sul punto di abbandonarmi di nuovo tra le braccia di Morfeo quando sento il brasiliano che si muove. Afferra il mio braccio, mi strattona e comincia a urlare parole senza senso in una lingua sconosciuta. Mi spinge verso il muro e continua col suo lamento. Io cerco di resistere e lo respingo ma il mostro non molla.
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