Per ripagarlo ci chiede di mandargli una cassa di radicchio trevigiano a casa perché gli manca molto. Fa un sorriso, insulta in italiano tutta la popolazione austriaca e se ne va.
Ce l’abbiamo fatta. Andiamo verso Vienna a bere come se non ci fosse un domani e io prendo il treno da Vienna per Verona alle 20 di sera mentre nel frattempo, sempre in treno, sta arrivando la ragazza di J per fargli compagnia (e portare soldi) per i 2 giorni che rimangono per sistemare la Seat.
Per la cronaca il mio treno era gonfio di gente e mi son fatto 8 ore in corridoio, andava sì a Verona ma dovevo aspettare a Venezia dalle 4 della mattina fino alle 7. Quindi ho chiamato un amico che ubriaco marcio è arrivato a prendermi con un bottiglione di rosso e ho dormito da lui a Venezia. Epico.
Nel frattempo J riesce a tornare con l’auto 2 giorni dopo. Quasi al confine con l’Italia vede la spia riaccendersi e capisce che serve antigelo. La psicopatica della sua ragazza si piazza in mezzo all’autostrada sbracciandosi. Si ferma un tipo tedesco che parla italiano e capisce al volo. Parte sgommando e si fa 30 km andata e ritorno e porta tutto il necessario per salvarli. Sorpresi dalla gentilezza i due chiedono cosa volesse e il tipo tedesco risponde (e qui la storia si conclude) testuali parole “Niente niente non mi dovete niente. Una volta mi è successa la stessa cosa in Italia e mi hanno aiutato”.
KARMA DOCET. MA ROBERTINO IMPERAT.
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