La mattina mi sveglio, il cellulare è scarico e non ho il caricabatterie, inoltre mi sento cullare, alzandomi mi rendo conto che il mare è in tempesta con onde altissime. Ed il mal di testa non è passato.
Arrivo al ristorante e per tutto il tragitto vedo facce sempre più preoccupate tra le persone. Non posso mangiare, non ho soldi. Però il mare in tempesta è affascinante, meno la nave che sembra un ottovolante. Qualche marinaio comincia ad indossare il giubbotto salvagente. Una nota di panico comincia a correre tra i viaggiatori.
Il mal di testa è talmente forte che non riesco nemmeno a pensare. Le ore passano così e la sera riusciamo ad arrivare a Genova. Prima di scendere a prendere l’auto sento gente imprecare e capisco che quello che era un timore era successo. Il barcollare della nave aveva fatto muovere le auto scontrandole tra loro. Non ho la forza di pensare ed accetto l’inevitabile. Ma sorpresa delle sorprese l’auto è intatta.
Non posso però sbarcare perché bloccato da altre che bisogna spostare attendendo i carratrezzi.
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