“Dai, proviamoci!”.
Le spieghiamo la nostra situazione e ci dice che non si può fare nulla.
“Purtroppo niente voli per Tokyo fino all’1 Gennaio. In realtà c’è un volo che fa scalo a Seoul Incheon per poi arrivare a Tokyo. Ma purtroppo parte fra mezzora”.
“Va bene, dacci questo volo! Le valigie non arriveranno mai ma noi almeno sì”.
Quindi di corsa verso il gate. Ci si imbarca sull’aereo e mi addormento immediatamente.
Dopo un paio d’ore: “Oh Giù, dove siamo arrivati?”.
“Ancora ad Amsterdam. Non siamo partiti perché c’è la pista ghiacciata”.
E scongela la pista. E scongela le ali dell’aereo. Si parte con 4 ore di ritardo.
Già sappiamo di aver perso la coincidenza per Tokyo, ma sicuramente a Seoul troveranno una soluzione.
Sbarchiamo in Corea e subito due hostess dividono i vari gruppi:
“Chi va a Tokyo? Chi va a Bangkok?”
“Noi! Tokyo!”
“Bene, seguitemi. Il volo parte fra venti minuti”.
Siamo un gruppo di una dozzina di persone e seguiamo la hostess al gate. Qui ci dicono che “no, voi avete la prenotazione ma non la carta d’imbarco. Dovete andare al desk, fare la carta d’imbarco e tornare qua”.
E quindi su di corsa verso il desk.
“No, non avete bisogno della carta d’imbarco. Al gate già lo sanno e vi fanno imbarcare subito”.
E quindi giù di corsa verso il gate: il volo è appena partito.
Senza di noi.
Fra il piangere disperatamente e il ridere follemente decidiamo di tornare agli uffici della compagnia per farci dare un’altra prenotazione.
Una volta lì, l’impiegato della compagnia ci guarda con schifo e ci comunica che lui ha finito il suo turno e che non può fare niente.
“Aspettate il collega che viene dopo”.
Dopo un’ora abbondante:
“Bene, per prima cosa dateci i passaporti e vediamo cosa possiamo fare. Chi di voi è il group leader?”
“Group leader? Nessuno. Non ci conosciamo, non ci siamo mai visti e non avremmo mai voluto conoscerci”.
Le ore passano, non sappiamo più che giorno e che ore siano.
“Abbiamo una soluzione! Partirete domani mattina alle 9. Questa notte la passate in hotel a nostre spese”.