Nel 94, io, mia sorella e i miei genitori partimmo con direzione Barcellona, in occasione del loro anniversario di nozze.
La scelta scelta della meta spagnola era dovuta al fatto che il loro viaggio di nozze si era svolto proprio là, in piena rivoluzione franchista ( dovevamo considerarlo un segno).
Siccome c’erano già stati, vent’anni addietro, non avevamo carrine né guide, Internet non c’era manco per il…, cellulari ancora non pervenuti: alla cieca.
Avevamo 3 giorni: mai arrivati alla meta. Ci siamo persi in un girogogo di stradine e vigne sulla costa spagnola, senza avere cognizione di dove fossimo, con gran litigi tra babbo e mamma ad ogni bivio.
Babbo alla guida non voleva cedere a chiedere informazioni, perché lui la strada la conosceva eccome.
Insomma, a una certa dovemmo rinculare perché le ferie erano finite e noi ragazze dovevamo tornare a scuola.
I miei non si sono lasciati alla fine dell’allegra gita sociale, e per gran parte del viaggio sarebbe stato più probabile il contrario. Io cascai su dei gradini di un’area di sosta francese e c’ho ancora il soprosso sulla tibia.
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