Passa un’ora e l’orecchio inizia a pulsare, non sentivo più nulla e il dolore era simile a una picconata continua. Propongo di andare al PS perché era chiaro che la situazione stava degenerando, ma non voglio prendere il taxi perché dista 20 minuti a piedi e mi aiuta a scaricare.
A metà percorso richiama la guardia medica che ci dà indicazioni per raggiungerla. La linea cade 4 o 5 volte perché il punto in cui eravamo non aveva buona ricezione. Alla fine capiamo l’indirizzo e ci precipitiamo. Il vento continua. Mi visita e: otite media acuta, mi prescrive e fornisce medicinali per tamponare la situazione. Sono le 23, la ringrazio per l’intervento tempestivo ma poi mi ricordo che sono poco tollerante all’antibiotico prescritto quindi prendo solo l’antidolorifico che “è potentissimo, vedrà che la aiuterà”.
Lo prendo ed effettivamente il dolore scema. Mi stendo sul letto per riposare ma inizia ad uscire del liquido dall’orecchio, panico. Aggiungiamo che sono una persona “leggermente” ansiosa.
Prendo sonno alle 2 e alle 5 il mio compagno mi sveglia perché alle 7 abbiamo il treno di ritorno.
Sembravo una tossicodipendente, completamente stravolta e con il dolore che stava riprendendo vigore.
Il viaggio è andato decentemente. La questione si è risolta ben 20 giorni dopo, con due cicli di antibiotici e una visita d’urgenza da un otorino.
Bella Trieste, bellissima, ma non so se ci tornerò. Sono traumatizzata.
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