Puglia, anni 80.
Al tempo era una bambina e tutte le estati andavamo in vacanza estiva in Puglia, di cui i miei erano innamorati e pure io ancora la porto nel cuore. Al tempo possedevamo una “Aro” così si chiamava tipo, una jeep tipo residuato bellico da deserto, con le panche al posto dei sedili dietro, non vi dico che catorcio, ma era bellissima, mio padre poi era fabbro e aveva rinforzato i paraurti, tanto che una volta prese stretta una curva in campagna, scivolò in un fosso e ne riemerse, non dopo aver spallato una recinzione intera di paletti cementati a terra con annessa rete.. ovviamente il paraurti nemmeno un graffio. Erano gli anni 80, tutto regolare al tempo.
I viaggi erano infiniti superavamo in discesa i tir che ci recuperavano in salita suonando il clacson e per tutto il viaggio era così un salutarsi a ogni salita o discesa dell’autostrada a suon di grotteschi sorpassi. In Puglia ce ne son capitate tante, da una sorella che si insabbia e un gruppo di una decina di ragazzi pseudo culturisti sollevano questa jeep per spostarla (presumo tutti ora soffrano di ernia). All’anno in cui mio padre bevve acqua mista amuchina per sbaglio e al pronto soccorso “dov’è il paziente che s’è disinfettato lo stomaco?”.. o quando rischiammo, in piena notte di investire un “tronco” in mezzo alla Foresta Umbra, che si rivelò il culo di una vacca allo stato brado che muggendo ci osservò placida, come nulla fosse, aveva rischiato di finire macinato fresco (ricordate il famoso paraurti? Ecco immaginate cosa poteva fare a una mucca, brada che perdeva tempo in mezzo alla strada, ma andò bene.) Insomma la Puglia ci ha regalato perle su perle di viaggi, ma il TOP lo raggiungemmo nel GARGANO.
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