Settembre 2018, viaggio di lavoro in Guyana per promuovere il community tourism. Accetto di andare perché sono ossessionata dal Sud America e comunque si va anche in Amazzonia.
Dopo due notti a Georgetown partiamo alla volta del bacino dell’Amazzonia, direzione Rewa River. Dopo un’oretta circa di volo a bordo di un aereo da 12 posti atterriamo in una striscia di prato in mezzo al niente. Da lì ci caricano sulla barca che nel giro di tre ore circa ci porta su un’isola in mezzo al fiume, dove si trova il Rewa Ecolodge. Il caldo è opprimente: ci sono solo 29 gradi, ma l’umidità li fa sembrare 49. E dato che le zanzare abbondano, siamo tutte bardate dalla testa ai piedi.
L’Ecolodge è più eco che lodge: delle capanne di legno attorno ad un prato e immerse nella giungla; il bagno è fuori, sul retro. Di buono c’è che abbiamo elettricità e acqua – che se ripenso al viaggio in Sierra Leone, lusso proprio!
Prima di andare a letto il personale dell’Ecolodge (trad: due ragazze del villaggio poco più in là) vengono a sistemare il letto per la notte. In pratica tirano giù la zanzariera. Mi lavo i denti sul retro, mi faccio una doccia bella fredda sperando che un po’ di frescura mi aiuti ad addormentarmi e mi butto a letto, tirando bene la zanzariera.
Dalla capanna vicino poco dopo arriva un grido. Le mie colleghe hanno giusto una tarantola come coinquilina. “Nessun pericolo”, dice la guida. Se non la provochi non fa niente.