Altri episodi risibili: un’altra traversata nella neve per raggiungere un ristorantino a Kreuzberg che nel frattempo aveva chiuso, varie scivolate sul ghiaccio che ricopriva i marciapiedi – menomale che faccio pattinaggio di figura e ho una certa dimestichezza con le superfici scivolose – e un viaggio sul treno verso l’aeroporto in un vagone semivuoto in compagnia di un punk strafatto che pareva uscito da Christiane F. e che ha passato il tempo a emettere conati di vomito che credo non dimenticherò mai più.

Tornati nella perfida Albione, il mio compagno ha passato una settimana con dolori muscolari vari per tutta la tensione accumulata mentre camminava cercando di non scivolare e cadere rovinosamente. Adesso non vuole più tornare a Berlino. Mi chiedo come mai.