Una delle hostess è rannicchiata su un sedile, gemendo e singhiozzando come il fantasma di Canterville. Uno dei passeggeri cerca di confortarla, un altro le offre un fazzoletto.
“Io ho due figliiiii” strilla la hostess, completamente isterica. “Non posso morireeeee!! Non lo volevo prendere questo aereo! È difettoso! Si era acceso un allarme incendio e non si è capito perché! Se io muoio chi baderà ai miei figli…” E giù, in una valle di lacrime.
“Mamma, moriremo?” Strilla un altro bambino.
“Oddio…”
In quel momento l’aereo decide che è il momento ideale per un vuoto d’aria.
“AIUT…” inizio a strillare, prima che mia madre mi tappi la bocca a forza.
Arriviamo appena venti minuti più tardi, lunghi come vent’anni.
La hostess è stata soccorsa da un’ambulanza all’atterraggio.
Non ho mai più fatto vacanze con entrambi i miei genitori di rientro dalla Spagna.
Aspetto tutt’ora la diffida dell’Unione degli aeroporti spagnoli che ci intima a non metterci mai più piede.
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