Legge delle probabilità 0 – Legge di Murphy 2 (autogol)
Dopo appena 4 ore, l’aereo è dichiarato sicuro e pronto a partire, con una sbrigativa e non proprio rassicurante spiegazione a base di contatti elettrici e surriscaldamento.
Salendo sull’aereo con lo stesso sentimento di Maria Antonietta che va al patibolo, chiedo ansiosamente a mia madre cosa faremo se ci saranno ancora problemi. Fatemi dire che almeno a Maria Antonietta era stato concesso di dire le sue ultime parole: io vengo prontamente zittita e ammonita a non alimentare il focolaio di panico che già si è acceso tra i passeggeri.
Con una sensazione alla bocca dello stomaco che non ha niente a che vedere con l’accelerata dell’aereo, riusciamo finalmente a partire. Il tempo nella sera madrilena è splendido, e c’è un bellissimo tramonto: un piccolo cioccolatino donato dalla vita…subito prima di farmi ingoiare a viva forza un cucchiaione di olio di ricino.
Su Milano, DI NUOVO, il tempo è cambiato, e dobbiamo attraversare un fronte temporalesco per arrivare. È un semplice temporale estivo, e la turbolenza non è nemmeno tanto forte: ma abbiamo i nervi così a pezzi che il minimo scossone ci fa sussultare.
Stavolta decido di ignorare totalmente la faccia di mia madre, e cerco di distrarmi ascoltando la passeggera dietro che sta raccontando una fiaba alla sua bambina che sta piangendo.
Siamo arrivati alla zucca che si trasforma in carrozza (altro che aerei che si trasformano in incubi!!!!) quando la voce narrante viene coperta da dei singhiozzi fortissimi. Un momento, mi dico. Questa non può essere la voce di una bambina piccola.
Mi giro per dare un’occhiata. La stessa cosa fanno i miei genitori, la passeggera e pure la bimba.
Cosa vedono i miei occhi da elfo?