Ciao a tutti!
Sono un’assidua viaggiatrice da più di dieci anni, ma mai mi era capitato un viaggio da incubo. Fino a qualche giorno fa.
Mi trovo a Milano e devo rientrare a Reggio Emilia, fare un cambio bagaglio e ritornare nel capoluogo lombardo il mattino seguente. Il mio ragazzo continua a dirmi di rimanere a dormire là, ma io, ancora ignara di ciò che sarebbe accaduto da lì a poco, declino tutte le sue proposte.
Mi accompagna controvoglia in stazione, io entro, ed è qui che comincia il viaggio della speranza.
Arrivo ai tornelli (per chi non lo sapesse, la stazione di Milano Centrale – e Roma termini – hanno i tornelli in ingresso) e noto subito che a differenza della quotidianità, dove gli ingressi sono liberi, sono contingentati. Per un guizzo di maestria e per anni di esperienza nello snakeraggio, riesco a scavalcare tutti ed accedere ai binari. Controllo il tabellone delle partenze e ciò che si palesa davanti a me è un cimitero polacco di ritardi. Tra un treno cancellato e ritardi sopra i 100 minuti, mi sento fortunata ad avere il mio con “soli” 30 minuti di ritardo.
Tre indizi fanno una prova, corretto? Infatti, controllo sul sito di trenitalia e scopro che un treno nello snodo di Milano (quindi appena fuori la stazione) è finito addosso ad un cartello (?) tranciando i fili elettrici. Gli altoparlanti segnalano che i tecnici sono già all’opera, ma almeno per le prossime tre ore la stazione sarà completamente bloccata. A questo punto indicano tre soluzioni per proseguire il viaggio: chi, come me, deve andare verso Sud dovrà spostarsi nella stazione di Rogoredo e prendere il treno da là, chi prosegue verso Est nella stazione di Lambrate e chi procede verso Ovest in quella di Porta Garibaldi.