(Qui parte 1)

Il fumo inizia a occupare la stanza. Il mio compagno mi guarda: “Però ha un odore strano”. Sento la spada della paranoia fendermi il petto, ma cerco di convincermi che sia suggestione.

Gliela passo, fa due tiri, me la ripassa. “No va be’, a me piglia male. Ma che è?”. Un odore chimico e mai sentito prima d’ora. Gli rispondo: “Tranquillo, è suggestione”.

Un paio di maroni tritati e macerati in aglio e rosmarino esposti senza alcun senso nella vetrina di una rivendita di reliquie.

Tu-tum. Il motore del petto bussa forte. Calma. Il compagno sbianca e si alza in piedi. “Stai calmo”, gli dico, mentre in realtà mi sento morire.

Tu-tum, tu-tum. Miocardio mio, sta’ buono. Lui mi dice: “Mi sta pigliando male, Lu'”. Mi accorgo che non riesco più a parlare. Arriccio quella me*da sul posacenere e mi alzo in piedi. Sento una vampata di calore, poi due, tre.

Scappo fuori dalla stanza e inizio a correre senza meta lungo il corridoio. Il mio compagno cerca di starmi dietro: “Ma dove ca**o vai, calmati!”.

Corro e tutto si allunga, come se il corridoio fosse infinito. Da lontano scorgo un altro compagno di classe che vaga tra le stanze. Ha appena litigato con la ragazza, sta piangendo e io mi inginocchio frignando e delirando di fronte a lui. “Ti prego aiutami sto malissimo sto morendo il cuore infarto il sangue i globuli rossi l’arciduca francesco ferdinando la fotosintesi clorofilliana i valvassori e i valvassini”.

Mi guarda in faccia e si spaventa. Mi carica sulle spalle e mi porta giù con l’ascensore. Arrivati alla hall mi sdraia sul pavimento e chiede aiuto.

Ora, io sono disteso e guardo verso l’alto. Ogni tanto il soffitto scompare e spuntano teste che mi osservano. Ora sono altri ospiti dell’albergo, ora altri compagni, ora i docenti – cheffiguradimme**a – ora strane figure mitologiche.

Il petto sta per esplodere, con i battiti accelerati al massimo e le continue vampate di calore. La gola brucia, la testa pulsa da fare schifo.