Mi calmo dopo quel trasporto all’insegna dell’ansia, arriva la notte e bisogna uscire. Insieme ad altri sbarbi ribelli ci buttiamo verso Piazza Venceslao a cercare sballo.
Chi è quello che conosce meglio l’inglese? Ecco, mi tocca fare il PR e chiedere ai passanti di venderci “smoke fumo marijuana joint green faffi foffi mudafaka einz zwei ndocatzvai”.
4 sbandati ci smerciano una roba che non sa nemmeno d’aria. Dopo una notte di bagordi andati malissimo, torniamo in albergo all’alba.
Hey, ma ci devi raccontare la tua storia con la droga? No, friend, ti ho appena dipinto il contesto. Mo’ c’arivo.
Da insonni andiamo alla visita guidata verso il centro città. Incontriamo altri italiani – Catanzaro, Bari, L’Aquila, Napoli, Palermo – e ci disperdiamo tra il ponte Carlo e tutto il resto.
Le mie forze cedono e decido di tornare in albergo insieme ad altri reduci. Praga bellissima, ma sono lì per combattere il sistema.
Arrivo all’Opatov nel pomeriggio e mi butto a letto. Al mio risveglio, un mio compagno di stanza sventola di fronte ai miei occhi gonfi e appiccicosi una canna.
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