Quindi il treno parte, finalmente. Il ritardo era talmente incredibile che perfino gli assistenti si scusano più volte manco fosse colpa loro.
Ma alla fine si arriva a Reggio sani e salvi.

Il racconto è finito? AHAHAH.

Il nostro albergo, così come la location del LARP, è in un posto isolato e in cima ai monti in provincia di Reggio Emilia, in cui per arrivarci bisogna fare un’ora di curve e tornanti che io seduta dietro sento tutti. Arriviamo all’albergo talmente stremate che io scelgo di saltare la cena di benvenuto dell’associazione e cenare solo con dell’uva. Voglio dormire.

Il giorno dopo si parte per il gioco, le cose vanno bene e tralascio i particolari in cui mi sporco di fango l’unica camicia in pizzo che ho e ancora non riesco e pulirla ma fa parte dell’avere quest’hobby.

Il primo giorno finisce con due cose tremende:
1) Il giorno dopo si inizia alle 9, quindi noi che dormiamo fuori dobbiamo svegliarci tipo alle 6 per arrivare in tempo;
2) Sono le 2 di notte, e io nello stomaco ho solo vino, cordiale, due panini e una scatola di fagioli. La cosa non sarebbe un problema se non mi ricordassi di quelle maledette curve.

Non so come faccio a non vomitare, ma arrivata in albergo dico solo: “Ci vediamo domani voglio dormire ciao” ed entro in stanza sperando di porre fine alle mie sofferenze sotto la doccia.

Terzo giorno, colazione veloce e valigia velocissima, andiamo in un lampo sapendo che non arriveremo in tempo per l’inizio. Mentre cerco una scusa per il ritardo (in questo contesto ho scelto “ho dormito male ho avuto degli incubi”) il mio cervello mi fa scattare un allarme.

La disperazione nei miei occhi: “Ragazze! Ho scordato i documenti e le chiavi di casa in stanza”.