Esauste e un po’ stufe di passare giornate cercando di cambiare i voucher (manco in banca lo facevano), di perderci costantemente perché appena morto Franco avevano cambiato i nomi delle vie e la nostra guida non era aggiornata, ci guardiamo negli occhi e decidiamo di tornare a casa.
Con un lampo di genio decidiamo di passare la notte in stazione a Madrid, così da prendere il primo treno, il famoso Talgo.
Detto fatto ci muniamo di beni di conforto: sei lattine di birra da mezzo litro e panini.
Alla mezzanotte passa la Guardia Civil a chiudere la stazione causa terrorismo basco.
Nel panico ci aggrappiamo a una cabina telefonica e prenotiamo una stanza a Madrid, prendiamo un taxi che a mezza strada si perde. Finalmente raggiungiamo la capitale, albergo zona pedonale, e un gendarme gentilissimo decide di scortarci per la nostra sicurezza. Grate della disponibilità lo seguiamo nei vicoli. Ma lui stava anche facendo la ronda a passo di lumaca. La mia amica prende in pugno la situazione e gli passa avanti a passo di carica. Siamo arrivate all’albergo con lui che ci correva dietro col fiatone.
Giunte all’hotel il portiere ci dice che il suo collega, appena smontato, non ci ha registrato.
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