(continua da Parte 1)

Traumatizzati da una notte di aserejé-ja-dejé a ripetizione, ma rinfrancati da un buon carajillo, i tre giovini trascinarono i loro zaini e le loro occhiaie verso la stazione quando G., uno degli ideatori del viaggio, ebbe una brillante idea. La prima di molte.

“Ragazzi, ma perché non ce ne andiamo un paio di giorni in qualche posticino sul mare in Costa Brava? Mia sorella mi ha detto che è pieno di posti carini”.

Breve scambio di sguardi. La prospettiva di spiaggiarsi al mare ed ammirare le chiappe locali fu accolta con entusiasmo.

“Ok, allora prendi la Routard così guardiamo dove andare”.

G. prese lo zaino, infilò la mano dentro e rovistò qualche secondo. Qualche secondo di troppo.
“C’è un problema”.
“Non dirmi”.
“Mi sa che le ho lasciate tutte a casa”.

Panico. Terrore. Rabbia che sale. Rabbia che scende, tanto cosa vuoi dirgli? Senza esperienza di viaggio, senza sapere la lingua, senza le Routard, mica sarebbe stato un problema, giusto?
Ovviamente lo fu.