Avviliti, ma ancora forti della loro giovinezza e delle loro schiene ancora integre, i tre, ormai non tanto più baldanzosi, ricorsero all’ultima risorsa loro disponibile: la spiaggia.

Gioia e tripudio, sacchi a pelo per terra, insalata di riso fornita amorevolmente dalle loro mamme chioccia, birre comprate in un bar lì vicino, cosa sarebbe potuto andare storto?
Nulla, fino a che non decisero, arrivata la mezzanotte e stremati dall’eterna giornata in treno, di darsi la buonanotte e dormire.
Uno, due, forse tre minuti. Il tempo di realizzare l’orrore: a un centinaio di metri di distanza, dei fari all’improvviso illuminarono a giorno la spiaggia. Le parole “sono giorni di festa” dell’albergatore non erano state recepite.

L’anno era il 2002. Una piaga proveniente dalla Spagna stava infestando quell’estate. Le Las Ketchup.

Asereje venne messa a ripetizione per qualche ora di fila. Ricordate, erano tre metallari. Inutile dire che, più che una notte di festa in spiaggia, per loro fu un girone dell’inferno.
Ed era solo l’inizio.

(continua su parte due perché l’autore ha inviato la storia in giorni diversi  e io sono pigro e non voglio riunirli)