2) Basilea-Zurigo: nessuno parla inglese, francese, italiano (le uniche tre lingue che so) e mi viene detto di scendere a una stazione sbagliata rispetto a quella che occorreva a me. La solita anima pia di origini italiane evita che io vada a finire all’aeroporto di Zurigo. La stazione di Zurigo centrale ha 45 binari, io mi sono alzata alle 5 di mattina e non ho fatto colazione, decido di mangiare al Burger King che sta vicino al presunto binario del treno Zurigo-Milano. Ovviamente 5 minuti prima della partenza annunciano il cambio binario e mi tocca correre come Marcell Jacobs senza neanche che qualcuno si prenda il disturbo di darmi un oro olimpico;

3) Zurigo-(presunto) Milano centrale: dopo pochi minuti dalla partenza, lungo il pittoresco lago di Zurigo, cominciamo a rallentare fino a fermarci del tutto all’altezza di un paesino svizzero di 14 anime e 220 vacche. Dopo più di 20 minuti di nulla cosmico la voce della capotreno annuncia che ci siamo fermati per un problema alla porta. Dopo altri 10 minuti la capotreno confessa che in realtà il treno ha problemi ai freni. Intanto sia mia mamma che mia suocera mi informano che, ognuna nel suo salotto, stanno ricevendo per un caffè gli spiriti Inca che ho scatenato loro contro a furia di mortacci vostri mentali, dato che l’idea di prendere il treno è stata loro; tuttavia non c’è accordo perché mia suocera sostiene che lo spirito di Atahualpa prediliga i biscottini alla nocciola, mentre secondo mia mamma gradisce quelli al cioccolato. Mio marito promette l’impromettibile per farsi perdonare di aver spalleggiato l’idea del treno, in teoria dovrei avere anelli di brillanti e cene pagate fino alla prossima reincarnazione.

Dopo una mezz’ora riprendiamo a marciare ma facciamo pochi metri a passo di lumaca, poi il treno si ferma, spegne tutte le luci, spegne i motori e segna la resa. Tocca solo trovare una scialuppa, “Signori, è stato un onore suonare con voi stasera” … ah no, scusate, ho sbagliato film.