Finalmente seduti e tranquilli, io e la studentessa monolingua facciamo la conoscenza di un tizio che faceva il modello, altro personaggio che girava il mondo (non sapremo mai se fosse vero o meno. Ma neanche della sub. Magari trafficava armi per la Triade). Ci rendiamo conto che il treno è fermo da troppo tempo alla stazione di Verona porta Vescovo.
Dopo poco, l’annuncio: il treno prima del nostro ha tranciato i cavi elettrici, bloccando noi e tutti i treni in direzione Nordest. Restiamo là fino alle 20, con l’intero treno riversato sul binario davanti a un capotreno con la faccia a punto di domanda, finché la situazione si sblocca e il treno ci riporta a Verona.
Lì rimaniamo 2 ore bloccati con tutti i treni fermi, finché un Frecciarossa per Mestre finalmente parte e riusciamo a raggiungere Mestre alle 23.30. Per pietà ci mettono in prima classe e ci danno un kit sopravvivenza omaggio, composto da mascherina, taralli, acqua e succo. Siamo rimasti io, una dei Måneskin (rivelatasi una gentile filosofa), la coppia che la mattina dopo aveva il matrimonio (un’insegnante di danza e un ingegnere aerospaziale) e un ragazzino random che abbiamo raccattato a Verona.
Nel frattempo mio marito, convinto ormai che non avrei più fatto ritorno a casa, aveva messo a letto la bimba, chiamato di corsa mia cugina ad accudirla (i miei sono anzianotti, di sera li lasciamo in pace) e si era messo amorevolmente in viaggio da Trieste per venirmi a prendere.
Anzi, venirci a prendere. Perché vorrai mica mollare la comitiva al suo destino? Quindi a mezzanotte salutiamo il ragazzino che aveva il suo passaggio, e partiamo alla volta di Trieste. Ovviamente questi dovevano andare ai lati opposti della città (tra l’altro una ci ha praticamente obbligati ad accettare dei soldi per il passaggio, ma eravamo troppo stanchi per discutere e dopo un paio di rifiuti li abbiamo accettati. I giorni dopo mi sono dimenticata di chiedere il rimborso del Flixbus, quindi grazie, filosofa dei Måneskin!).
Dopo esserci improvvisati tassisti e aver accompagnato tutti a casa, alle 2.30 di mattina facciamo la salita che ci porta a casa… e vediamo una ragazzetta di sì e no 16 anni che si piazza in mezzo alla strada fermandoci la macchina. Vicino a lei un ragazzo poco più grande.
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