Ottenuti i pasti, mi siedo con gli amici ad osservare la gente ancora in fila, e all’improvviso vedo un animale passare tra le gambe di chi sta aspettando. Sembra un gatto, bello pasciuto e amichevole, ma una mia amica quando lo vede lancia un urlo allucinante. Era un topo del ca**o, enorme e affamato, e insieme a lui ce n’erano decine. Il campo era infestato.
Dopo la messa, il Papa se ne va con l’elicottero, alla faccia della veglia, e noi restiamo lì nel fango a fare i turni di guardia per scacciare i topi mentre i compagni dormono.
La mattina dopo abbiamo constatato il decesso dei sacchi a pelo e dei teli, inghiottiti dal fango uso Artax della Storia Infinita, e ci siamo dovuti macinare venti chilometri a piedi per tornare alla scuola dove dormivamo, perché l’afflusso eccessivo di viaggiatori disperati aveva mandato in tilt la ferrovia.
Da quel giorno, non sono mai più entrata in una chiesa.
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