Intanto il tizio continua a cercare di avvicinarci proponendoci di fumare (eh no, col ca**o che ci ricaschiamo) perciò urge un piano per non essere così alla sua mercé. Alla fine optiamo per sederci al bar per non essere sole, cominciamo a bere per meglio sopportare lo scenario surreale in cui siamo capitate, e con qualcuno degli abitanti ci confidiamo anche, raccontando l’accaduto e le nostre preoccupazioni.
Ci rassicurano dicendo che in effetti è un tipo particolare ma non pericoloso (tutt’oggi non ci giurerei) e che comunque ci faranno compagnia. Alla sera siamo così ubriache e ben inserite nel contesto dei residenti che ci buttiamo perfino nel karaoke.
Passata la notte, appena sveglie incontriamo il titolare del campeggio che, scoprendo che non ci avevano fatto il check-in corre a rimproverare il losco figuro.
Noi togliamo la tenda ancora bagnata, paghiamo e scappiamo alla velocità della luce senza voltarci indietro.
Ricapitolando: bosco, pioggia, tipo inquietante ed armato, residenti fuori di testa… è la trama perfetta per un horror, e mentre lo vivevamo ci è sembrato proprio così.
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