Visto che è finito credo sia ora di raccontare il mio viaggio della speranza di ritorno dal Sabaton Open Air.

Avevo fatto un biglietto del treno diretto da Stoccolma a Falun e ritorno dal 3 al 6 agosto, tempo del festival.

Tutto comincia con il viaggio in autobus a Torino, quando mi arriva una mail da Ferrovie dello Stato svedese: il mio treno di ritorno da Falun a Stoccolma era cancellato per restauro alla linea.

Panico.

Chiedo aiuto al gruppo dove ci si organizzava per il festival e mi sono venuti in aiuto due ragazzi: uno andava a Stoccolma, l’altro a Gavle. Scelgo il primo ma dico al secondo che in caso l’avrei risentito e meno male.

Quando parto, grazie al cielo l’andata c’era.

Contatto il ragazzo per dirgli se ci vedevamo appena arrivata. Lui mi avvisa però di una cosa: essendo della crew probabilmente dovrà stare fino a sera del giorno dopo la fine e quindi arriverei in albergo in orari impossibili. Vabbè dico all’altro che chiamerò “mio angelo custode della guida” e passiamo insieme il festival, le nottate a parlare e il mio zaino pesante.

Il festival va benone, tre giorni di musica metal fra band che volevo vedere live da anni, altre che avevo già visto ma è sempre bello rivedere e altre che non conoscevo ma seguirò. Il ritorno è un po’ più complicato.