Il giorno successivo ci troviamo tutti insieme in discoteca. Inizio a parlare con lui, mi ripete centordici volte “come sei simpatica!”, poi arriviamo in spiaggia e s’infratta con la mia amica pheega alta 1,75, mora, occhi verdi. Che naturalmente non spiccica una parola d’inglese.
Trauma mai superato.
Penultimo giorno
Non abbiamo più cibo e ci rimangono ancora pochissimi soldi. Delle vicine di tenda più grandi, che sono in partenza, impietosite ci lasciano la passata e la pasta (niente olio né sale). Mentre la scoliamo, si alza una folata di vento che porta nella nostra pentola terra, aghi di pino e qualche cartaccia.
Scrolliamo tutto, condiamo con la passata cruda e mangiamo zitte e riconoscenti.
Ultimo giorno
Salutiamo gli amici del campeggio, guardo l’amica bona elargire l’ultimo limone al tedesco bonissimo, mi scende una lacrimuccia.
Nonostante tutto, è stata la mia prima, fantastica vacanza “da sola” e non la dimenticherò mai: infatti ogni tanto me la sogno ancora, e mi risveglio in un bagno di sudore.
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