Avevo 6 anni, colonia estiva a Marina di Massa.
Premessa: non ero andata all’asilo perché mamma non lavorava e poteva guardarci, anche se a me sarebbe piaciuto tantissimo andarci. A settembre avrei iniziato la prima elementare e non sapevo né leggere né scrivere!
Mamma: “Vuoi andare in colonia? Sarai con tanti altri bambini al mare e ti divertirai un sacco!”
Io: “Sì mamma, che bello!”.
Sono partita insieme a millemila altri bambini, non conoscevo nessuno.
Ero in una camerata dove c’era anche la bulletta di turno (toro seduto, si faceva chiamare).
Alla canzone “Ci son 2 coccodrilli…” scoppiavo in lacrime perché papà si chiama Leopoldo (Leo) e “leocorni” non esisteva nel mio vocabolario.
Era gestito dalle suore e anche se ero una buona forchetta, una scaloppina marroncina non riuscivo proprio a mangiarla: arrivava l’infermiera (non chiedetemi perché l’infermiera ci controllava nel mangiare) e mi minacciava di farmi la puntura se non la mangiavo, portandomi addirittura in infermeria.
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