2015
Andavo alle superiori.
La scuola decide di fare un viaggio in Italia per andare al Cosmoprof di Bologna per una settimana al solo costo di 70 euro. Al resto pensava la scuola.
Bellissimo, come potrei mai non accettare?
Si parlava di viaggio in aereo.
Qualche giorno prima la scuola decide di partire in treno per qualche strano motivo, e va bene.
Facciamo il tragitto Catania-Messina, Messina-Calabria, Calabria-Napoli, Napoli-Bologna.
Ore e ore di treno.
Periodo di primavera, puzza di ascelle a gogò ma… va bene, arriveremo prima o poi.
Arriviamo alla stazione di Napoli, prendiamo il Frecciarossa e arriviamo a Bologna.
La prof esclama: “Andiamo in hotel”, io: “Finalmente”.
È sera tardi e prendono una strada interrata come di campagna.
Un’ora e mezza di autobus per arrivare, ma ok.
Arriviamo in questo “hotel” (alla fine era una specie di b&b).
Altro che oltretomba, sembrava uno di quegli hotel abbandonati.
Era rivestito con carta da parati pure stracciata.
Sedie antiche, tavolo antico e sembrava che ci fossimo solo noi.
Il pavimento scricchiolava, e pure il tetto.
Ci comunicano che non tutte le classi possono rimanere lì perché non c’è posto, ma che più avanti ci sarebbe un altro b&b.
Prendono 3 classi (me inclusa) e percorriamo quasi 1km a piedi per raggiungere quest’altro b&b.
Sempre in mezzo alle campagne.
Buio totale.
Davanti alla porta c’è un dondolo arrugginito e già da lì capisco come sarà l’interno.
Entriamo, ci danno le stanze e ci dicono che l’ascensore non funziona, quindi dobbiamo usare le scale.
Arriviamo davanti all’ascensore e, che dire, è aperto con dello schotch nero e giallo che segna una X.
Saliamo le scale, corridoi bui, entro in camera e sento una puzza di muffa da morire, il wc intasato, ma per la forte stanchezza io e i miei compagni decidiamo di andare a dormire. Ci chiudiamo in stanza e la giornata finisce lì.
(Non vi dico la colazione com’era, ve la lascio immaginare).
La cosa più bella di quel viaggio è stato proprio visitare tutto il Cosmoprof.
Finiti i giorni del giro del Cosmoprof decidono di andare a visitare Bologna. Mentre salgo sull’autobus per andare al centro metto il piede male nello scalino, cado, frattura alla caviglia.
Faccio tutto il resto del viaggio in autobus, ferma, con il mio professore che dorme e russa ed io che non posso muovermi.
Finito il viaggio, dovremmo finalmente tornare a casa.
Ma ci aspettano ancora ore di viaggio in treno.
Stessa corsa al contrario.
Partiamo di sera tardi.
Arrivati a Napoli scendiamo dal Frecciarossa e ci danno le cabine dove dormire .
Tutte scricchiolanti, le luci che si accendono e si spengono e una puzza di viaggio assurda.
Non riesco a dormire.
Tornata a casa mi faccio una doccia mi metto a letto.
Quello fu l’ultimo viaggio che feci.
Veramente.
L’ultimo.
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