Lascio l’auto ad un destino che già io le assegnavo, mi avvicino al balcone e il tipo mi dice di bussare ad un portone proprio sotto casa sua. Pompieri, soccorso auto, soccorso medico, guide alpine, speleologi, gendarmerie nationale, tutto era lì dentro!
Tom dai rossi capelli e dalla tuta da meccanico un tempo blu, si avvicina alla mia auto che nel frattempo ha smesso di fumare e sentenzia che nn è grave: manicotto del radiatore spaccato, riparazione temporanea, era sabato pomeriggio, ancora grazie io avessi avuto la fortuna di trovare loro, ma mi consiglia o di tornare a casa – avevo percorso solo 140 km – o di aspettare lì il martedì e farla riparare con il pezzo di ricambio adeguato, ammesso che arrivasse il lunedì.
Il paese, benché di montagna in un luogo bellissimo, non offriva hotel, b&b, camping, insomma, dove avrei dormito?
Tom mi assicura, terrà, torna a casa.
Riparto, il vecchio e sempre reperibile meccanico del mio paese è già informato, asseconda il rientro e ci vedremo poi da lui.
Verso le 18 sono in prossimità del valico per l’Italia, senonché… tac, ed il pedale della frizione affonda senza vita.
Sono filosofica per natura e, con tale disciplina, apprendo dall’unico benzinaio dell’ultimo minuscolo agglomerato di casupole, che un carro attrezzi potrà essere reperibile solo lunedì. Forse.
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