Il mio viaggio da incubo è riuscito a rovinarmi una meta agognata: l’Irlanda.

Ho prenotato un tour con una rinomata agenzia e son partita all’avventura attendendomi un servizio discreto, comprensivo di guida esperta e accompagnatrice professionista.

Tralascio i preliminari e passo al sodo.

Arrivo a Dublino e tour della città che salta “perché c’è una maratona imprevista”.
Visita alla Guinness in mezz’ora per cinque piani.
Trinity College allo sbaraglio con visita alla biblioteca mordi e fuggi. La Cappella chiusa.
Corriera.
Questo solo l’inizio.

La guida parlava a stento l’italiano, con strafalcioni e luoghi comuni sugli italiani.
Trasferimenti di ore e ore, tanto che Ferragosto l’abbiamo passato sul bus.
Visione della Rocca di San Patrizio dall’autostrada.
Visite saltate per orari di chiusura, pranzi in autostrada o affini con minacce di farci saltare i pranzi se non stavamo buoni.

Accompagnatrice che ci intratteneva col karaoke e per alleviarci l’arrabbiatura ci ha fatto aspettare un’ora chiusi in corriera (zona tipo discarica) per andare a comprare del whisky che ha distribuito generosamente.

Chicca del viaggio è stata la lite tra guida e autista che si sono pure menati.
Alla fine si è rotta la corriera, cosa di cui abbiamo ringraziato il cielo, per cui ci hanno riportato a Dublino, dove ho mollato il gruppo e son tornata a casa con mezzi alternativi.

Ho ancora il magone sentendo altri parlare delle bellezze d’Irlanda.