Gita delle superiori 2004 o 2005.
Si va in due classi a Venezia a vedere una mostra su Turner e altri pittori al Museo Correr (nome che ci tornerà utile in seguito), ci accompagnano quindi prof di arte e prof di inglese.
Ritrovo all’alba davanti alla scuola, dove ci carica il pullman, ma al momento dell’appello manca un nostro compagno di classe. Non risponde al telefono, quindi, visto che abita a pochi metri, uno dei nostri si offre per andare a citofonare (saranno state le 5.30/6).
Niente, si è dimenticato della gita, lo lasciamo a letto.
Durante il viaggio niente da segnalare. Scendiamo in piazzale Roma, vaporetto fino a S. Marco e ci incamminiamo verso il museo.
Il capo spedizione è il prof di arte, fornito di cartina fotocopiata da due pagine della guida verde del Touring club: Google Maps era ancora lontano da essere inventato.
Tutti in fila camminiamo e camminiamo, strano, avevamo capito fosse vicino. Va be’.
Man mano le calli si fanno più deserte e strette. Va be’ il prof ha la cartina, appunto: “Ragazzi, Calle Correr me la indica qui (ovviamente nella piega delle due pagine della guida) però di musei non ne ho visti, andiamo ancora un po’ avanti, magari è qui vicino”.
Ok, giriamo a vuoto ancora un po’. Le calli sempre più strette, buie, facciate delle case sempre più scrostate. Ma dove stiamo andando?
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