Il mio viaggio da incubo? Decisamente Polonia agosto 2019… e non tanto per la Polonia, paese stupendo, quanto per “agosto 2019”. Eh già… è la data che conta qua.

Ma andiamo con ordine: il primo agosto vado in ferie, e le comincio con un fortissimo mal di gola e spossatezza, forte ma forte, mai avuto un mal di gola così forte in vita mia! Ok mi reco dal dottore che mi visita e mi prescrive antibiotico. Mi faccio 6 gg di antibiotico e l’8 agosto siamo pronti per volare per la nostra vacanza itinerante in Polonia. Prima tappa la Masuria, regione bellissima e sconosciuta, pochi stranieri, pochissimi italiani, e soprattutto quasi nessuno che parlava inglese. Per cui era difficile spiegare in farmacia che il mio mal di gola si era trasformato in un fortissimo raffreddore e l’antibiotico che avevo preso, praticamente acqua fresca.

Non riuscivo a respirare, e la stanchezza andava e veniva. Auto a noleggio e viaggio a tappe organizzato da tempo, visitavamo paesini e tratti di natura incontaminata e io facevo una fatica terribile a stare al passo degli amici con cui ero partita, ero stanca e debole. Giravo con una farmacia ambulante di pasticche e spray acquistati li, di cui nn riuscivo a capire nulla perché il foglietto illustrativo era rigorosamente in polacco e santo google translator era l’unica salvezza per decifrare posologia e indicazioni.

Dopo 3 giorni la seconda tappa, Danzica e nord del paese. Luoghi meravigliosi e cibo incredibilmente buono (ragazzi in Polonia si mangia da dio) solo che la maledizione continuava ad abbattersi su di me e… con il raffreddore potente arriva la perdita del gusto e la debolezza aumenta.

Era una sensazione mai provata prima, potevo stare bene per un po’, poi all’improvviso diventavo debole, non riuscivo a stare in piedi. Ricordo un castello, era pieno di turisti… dopo mezz’ora di visita ho salutato gli altri e mi sono messa a dormire sul prato tra piccioni e turisti che passavano, mi ricordo che faceva caldo, per gli altri. Io avevo freddo, ero debole e il raffreddore non passava.

Terza tappa, Varsavia. Praticamente nn l’ho vista. Dopo il primo giorno di inferno culminato con la visita al Copernicus centre, un museo interattivo dove si possono fare tantissimi esperimenti, mi ricordo che giravo come uno zombie per quelle sale incurante di tutto e volevo solo tornare a casa, in Italia.

Gli ultimi due giorni li ho fatti tappata in casa a Varsavia, Netflix, medicine polacche, raffreddore, otite e debolezza… questo è quello che ricordo. Il 15 ritorniamo a casa, l’atterraggio in aereo me lo ricordo da incubo…. ero talmente piena tra orecchie e naso che la decompressione mi faceva piangere dal dolore.

Il 16 ritorno dal dottore che mi visita, otite acuta e infezione pesante e mi prescrive ciclo di 12 punture di antibiotico… e continuava a non capire i miei sintomi i giorni seguenti, sintomi che non passavano, stanchezza che continuava e lui mi diceva: “Non capisco cosa hai”. Analisi del sangue ok, nessun virus accertato. Mi sono ripresa completamente a metà settembre e il dubbio mi è sempre rimasto. Sarò stata uno dei primi casi di COVID?